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Rappresentazione visiva dell'articolo: Le emozioni in finanza: paura e pericolo

Le emozioni in finanza: paura e pericolo

Mattia Tivelli

15 aprile 2025

Paura e pericolo non sono la stessa cosa, anche se spesso le confondiamo.

Il pericolo è una minaccia reale, oggettiva, mentre la paura è ciò che proviamo dentro di noi quando percepiamo un pericolo.

In finanza, capire bene questa differenza fa tutta la differenza del mondo, perché spesso la nostra paura non corrisponde davvero al pericolo reale.

Il problema è che se diamo troppo spazio alla paura, rischiamo di trasformarla in un vero e proprio pericolo per i nostri investimenti. Capita infatti spesso che le decisioni sbagliate nascano proprio dall'emotività invece che da un'analisi razionale e calma.

I media poi ci mettono il loro carico: con notizie negative continue e allarmistiche amplificano le nostre paure, facendoci reagire d'impulso e peggiorando così la situazione.

Ecco come funziona il ciclo tipico delle emozioni negli investimenti:

  1. Se il mercato è fermo, non ci interessa granché.
  2. Quando i prezzi iniziano a salire, cominciamo a notare l’investimento e ci sentiamo più sicuri.
  3. Se la crescita continua, ci facciamo tentare e compriamo, spinti anche dalla paura di perdere una grande occasione.
  4. Se i prezzi salgono ancora, ci sentiamo bravissimi e soddisfatti.
  5. Quando arriva una prima correzione dei prezzi, restiamo calmi ma con qualche dubbio.
  6. Se la discesa continua, ecco che inizia a farsi sentire la paura di aver sbagliato tutto.Se il mercato continua a scendere, la paura diventa insostenibile e vendiamo tutto per evitare perdite ancora maggiori.


Questa dinamica è come un "gioco dell’oca finanziario": finiamo sempre per tornare al punto di partenza, con meno soldi e più stress.

Il segreto è questo: imparare a gestire le proprie emozioni. Bisogna saper distinguere la paura dal pericolo reale e agire sempre in modo lucido e strategico, senza farsi dominare dall’emotività del momento.

Spesso però rimanere fermi quando tutto si muove pare una vera tortura!

Anche se razionalmente sei consapevole che i mercati tendono a recuperare, è fortissima la tentazione di dire: “usciamo solo per qualche giorno! Sì, qualche giorno… basta anche una settimana… il tempo che passi la burrasca …”.

L'esperienza mi dice che perdere di vista il vero motivo, lo scopo da raggiungere, per cui si è deciso di fare un certo investimento ci porta a fare "trading" e così uscire per poi rientrare ad un prezzo più alto.Proprio in questi momenti emerge l'utilità di avere una persona accanto, in grado di aiutarti a spegnere i segnali di allarme che la tua amigdala ti invia e che ti impedisce di ragionare lucidamente, con freddezza e valutare il reale pericolo.

Che poi sia un parente, un amico o un consulente finanziario poco importa. La cosa fondamentale è riprendersi il controllo delle proprie emozioni.

Uno dei primi aforismi che ho imparato e fatto subito mio è questo: "guadagnare sui mercati è semplice, basta comprare da un pessimista e vendere ad un ottimista." Il pessimista sarà disposto a venderti il bene a qualsiasi prezzo, l'ottimista farà esattamente il contrario... certo che tra il momento A e il momento B deve passare un certo tempo.

Ma è proprio compito dei gestori sfruttare questi momenti di tensione e comprare le "chicche" dai pessimisti.

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